Modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGPT dimostrano la versatilità dell’IA. Formulano testi, analizzano dati e strutturano informazioni. Tuttavia, in un settore sanitario complesso e strettamente regolamentato, questi modelli generalisti raggiungono rapidamente i loro limiti. Attila Fekete, COO di HIN, spiega in quali ambiti i sistemi di IA specializzati sono vantaggiosi e perché anche in Svizzera abbiamo bisogno di un’IA che «ragioni» in termini medici.
Questo contributo è apparso il 22 settembre 2025 nella rubrica 'IT for Health' della rivista Netzwoche.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) sta interessando sempre più anche il settore sanitario. Mentre i modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGPT mostrano prestazioni impressionanti nella creazione di testi o nella strutturazione dei dati, nel contesto medico si pongono altri requisiti. Nella rivista Harvard Business Review (HBR), Nigam e Glaser hanno dimostrato che i modelli di IA generalisti eccellono in compiti di ampio spettro ma raggiungono rapidamente i loro limiti nell’impiego professionale. E questo perché non agiscono come medici ma confrontano modelli statistici¹.
Gli autori dimostrano che i sistemi di IA specializzati sono superiori ai modelli generalisti utilizzando l’esempio delle garanzie d’assunzione dei costi delle assicurazioni malattie americane. Queste esperienze e altre ancora, che illustro di seguito, non possono essere riportate tali e quali alla realtà dell’assistenza sanitaria del nostro Paese ma è bene prenderne atto e trarre le proprie conclusioni. Questo perché forniscono preziosi impulsi per l’introduzione e l’ulteriore sviluppo di soluzioni di IA affidabili in Svizzera.
Quando l’IA non solo riconosce ma comprende
In relazione alle diagnosi mediche o alla valutazione di richieste di prestazioni, non è sufficiente che un’IA si limiti a riconoscere modelli. Deve essere in grado di «ragionare» in termini medici, ovvero comprendere la logica clinica, valutare la forza delle evidenze e tenere conto delle disposizioni normative quali quelle della SwissDRG, dell’UFSP o della LAMal. Ciò vale in particolare per le decisioni complesse come le comorbidità, le cure palliative o le questioni etiche. McKendrick e Thurai sottolineano che l’IA fallisce regolarmente in queste decisioni contestuali perché manca di empatia, etica e comprensione generale.²
Un’alta percentuale di risultati da sola non è quindi sufficiente. Specialiste e specialisti vogliono poter tracciare come si ottiene un risultato. Il sistema deve essere in grado di mostrare quali criteri ha utilizzato, come ha valutato le informazioni e quali fattori sono stati presi in considerazione. I modelli black-box, che forniscono risultati senza alcuna motivazione, non sono di alcun aiuto nella vita di tutti i giorni. In un ambiente regolamentato come quello del settore sanitario svizzero, la trasparenza non è un optional bensì un prerequisito per la fiducia, l’accettazione e la certezza del diritto.
Conoscenze specialistiche come fattore di successo
Il futuro dell’IA medica non risiede in grandi sistemi onnicomprensivi ma in soluzioni specializzate e trasparenti con una solida base tecnica. Viot³ e Modi⁴ sottolineano questa tendenza: i modelli iperspecializzati sono più efficienti, precisi e rispettosi delle risorse rispetto agli strumenti generalisti sovradimensionati. Proprio questi criteri – efficienza, precisione, sostenibilità – sono fondamentali anche nel settore sanitario svizzero.
In questo modo è possibile raggiungere due obiettivi: migliorare la qualità e l’efficienza dell’assistenza sanitaria e, allo stesso tempo, assicurarsi la fiducia di specialiste, specialisti e pazienti. Del resto, le decisioni sbagliate possono avere conseguenze non solo economiche ma anche sulla salute.
L’IA «ragiona», l’essere umano guida
Le esperienze e le osservazioni sopra riportate fanno parte di un discorso più ampio che va oltre la tecnologia. Anche se l’IA può aggregare dati e calcolare probabilità statistiche, le decisioni non sono mai puramente matematiche. In un altro articolo nell’HBR, Reeves, Moldoveanu e Job sottolineano che i giudizi umani includono sempre il contesto, l’etica e l’immaginazione, competenze che le macchine non sono in grado di sostituire.⁵ Per il settore sanitario svizzero ciò significa che l’IA deve «capire» la logica specialistica e i quadri normativi ma non deve sostituirsi alla responsabilità umana e prendere decisioni in modo autonomo.
Anche gli studi sullo sviluppo organizzativo dimostrano che la tecnologia da sola non basta. Fountaine, McCarthy e Saleh sostengono che il successo dell’IA dipende soprattutto dalla cultura, dalla collaborazione e dalla chiara integrazione nei processi lavorativi.⁶ Questo vale anche per il settore sanitario svizzero: i sistemi specializzati non possono avere successo a lungo termine senza lo stretto coinvolgimento del personale medico e di altre specialiste e altri specialisti.
Il vantaggio della futura IA non deriverà quindi dalle dimensioni o dalla potenza di calcolo ma dalla capacità di combinare conoscenze specialistiche locali, pratica medica e innovazione. Ciò richiede una collaborazione continua con le esperte e gli esperti svizzeri. Solo così è possibile adattare costantemente i sistemi a nuovi standard, leggi e caratteristiche regionali, e questo è l’unico modo per trasformare l’IA da una tendenza a un vero e proprio partner per una migliore assistenza sanitaria.
Il futuro appartiene ai modelli ibridi
In futuro avremo pertanto bisogno di un sistema di IA specifico per ogni caso d’uso? Non necessariamente! Un approccio promettente è rappresentato dai sistemi ibridi che combinano generalisti e specialisti. I modelli di IA generalisti sono adatti a compiti di supporto: possono migliorare il servizio clienti, riassumere documenti medici o facilitare la gestione delle conoscenze. Tali sistemi sono flessibili e versatili e facilitano la vita quotidiana del personale nelle attività amministrative e di comunicazione, mentre per le attività mediche complesse sono necessari modelli specializzati.
Le organizzazioni che intendono utilizzare l’IA dovrebbero quindi porsi le stesse domande discusse da Nigam e Glaser:
- Il sistema rende noti i suoi processi decisionali?
- È stato sviluppato con specialiste e specialisti e viene ulteriormente sviluppato insieme a loro?
- Ha una struttura modulare che consente di integrare nuove aree di applicazione quali la riabilitazione, la psichiatria o le cure di lunga durata?
Le risposte a queste domande mostreranno se l’IA rimarrà un semplice ausilio tecnico o se evolverà diventando un partner affidabile per le professioniste e i professionisti della salute.
In conclusione: massimizzare i vantaggi tramite la specializzazione e la trasparenza
L’IA può migliorare l’assistenza sanitaria se mappa le conoscenze specialistiche, offre processi decisionali trasparenti e viene sviluppata in stretta collaborazione con gli operatori del settore. I modelli generalisti mantengono il loro valore negli ambiti di supporto. Ma quando sono in gioco la vita e la salute delle persone sono necessari sistemi specializzati che «ragionino» in termini medici e che siano al servizio dei medici come partner, non come black-box.
¹ Nigam, Amber e John Glaser. «Should Your Business Use a Generalist or Specialized AI Model?» Harvard Business Review, 23 luglio 2025. https://hbr.org/2025/07/should-your-business-use-a-generalist-or-specialized-ai-model.
² McKendrick, Joe e Andy Thurai. «AI Isn’t Ready to Make Unsupervised Decisions» Harvard Business Review, 15 settembre 2022. https://hbr.org/2022/09/ai-isnt-ready-to-make-unsupervised-decisions.
³ Viot, Edlouard. «The Future Of AI Is Specialization» Forbes Technology Council, 30 maggio 2025, https://www.forbes.com/consent/ketch/?toURL=https://www.forbes.com/councils/forbestechcouncil/2025/05/30/the-future-of-ai-is-specialization/.
⁴ Modi, Darshil. «The Rise of Specialized AI Models: Unlocking New Efficiencies for Business Growth» LinkedIn, 5 maggio 2025, https://www.linkedin.com/pulse/rise-specialized-ai-models-unlocking-new-efficiencies-darshil-modi-t2orf/.
⁵ Reeves, Martin, Mihnea Moldoveanu e Adam Job. «The Irreplaceable Value of Human Decision-Making in the Age of AI» Harvard Business Review, 11 dicembre 2024. https://hbr.org/2024/12/the-irreplaceable-value-of-human-decision-making-in-the-age-of-ai.
⁶ Fountaine, Tim, Brian McCarthy e Tamim Saleh. «Building the AI-Powered Organization.» Harvard Business Review, luglio-agosto 2019. https://hbr.org/2019/07/building-the-ai-powered-organization.

Attila Fekete
Attila Fekete, membro della Direzione e COO di HIN