L’imprenditore di Zurigo fa parte del Consiglio nazionale dal 2019 ed è vice-presidente del PLR svizzero dal 2021. Ha conseguito un diploma in economia aziendale. Alcune delle sue priorità politiche sono la digitalizzazione, l’istruzione e la previdenza.
Lei vuole digitalizzare la gestione dei pazienti (mozione 21.4374). Cosa differenzia il suo approccio dai processi e dai sistemi esistenti?Finora, nella Berna federale ci si è concentrati fortemente sull’ulteriore sviluppo della cartella informatizzata del paziente. Il che non è sbagliato, ma non può essere considerato la fine della storia. Il mio approccio è inteso come una prosecuzione globale o un ulteriore sviluppo degli sforzi odierni, e persegue l’obiettivo di una rete sanitaria svizzera virtuale. Tale rete dovrebbe costituire la base per la collaborazione interistituzionale tra i fornitori di prestazioni e semplificare l’interazione con le assicurazioni e le autorità.Lei desidera facilitare l’accesso ai dati sanitari a fini statistici e di ricerca (mozione 21.4373). Qual è lo scopo e la necessità di un nuovo identificatore univoco del paziente?Le possibilità di algoritmi, intelligenza artificiale ecc. in combinazione con la capacità innovativa umana sono quasi infinite. Sono convinto che il potenziale di queste possibilità, insieme a un accesso più facile ai dati sanitari, sia enorme e possa rendere il nostro sistema sanitario molto più efficiente ed efficace.« L’obiettivo è una rete sanitaria svizzera virtuale come base per la collaborazione interistituzionale »
Il fatto che sia necessario un nuovo identificatore univoco del paziente o che invece si possano utilizzare gli identificatori esistenti sarà stabilito dalla verifica da parte degli attori preposti. Considerando che i dati sono degni di particolare protezione, tenderei a non utilizzare i numeri esistenti. Inoltre, quanti più dati possibile dovrebbero essere memorizzati in modo decentralizzato, per ridurre così il rischio di furto degli stessi.Il vantaggio dei dati sanitari spesso non si trova nello stesso punto della catena in cui bisogna investire impegno per la raccolta dei dati. Quali incentivi possiamo utilizzare nel sistema sanitario perché siano scambiati e/o resi disponibili più dati?Non so se è ancora il momento di parlare di incentivi. Credo che i vantaggi della digitalizzazione e dei dati siano ormai indiscussi nell’ambiente sanitario. Per questo motivo dovremmo parlare di più delle modalità attuative. Non mi dispiacerebbe se noi, in qualità di legislatori, passassimo da «analog first» a «digital first». Ciò significa che la carta dovrebbe essere l’eccezione e il digitale diventare la regola.
Molte persone temono che i loro dati (sanitari) in formato digitale non siano sicuri o possano essere utilizzati illegalmente da terzi, in particolare per interessi economici. Lei ritiene comprensibili tali preoccupazioni, e che cosa dovrebbe fare la politica, cosa deve fare l’economia (sanitaria) per conquistare la loro fiducia?Capisco molto bene questo tipo di preoccupazioni (non immotivate – si veda lemievaccinazioni.ch). È quindi importante che i responsabili politici stabiliscano condizioni quadro con un elevato grado di sicurezza (security by design). Questo è l’unico modo per costruire la fiducia necessaria e promuovere la svolta tecnologica. Sono convinto che se qualcosa è stato digitalizzato «correttamente», è più sicuro del mondo analogico di oggi.Lei desidera migliorare le competenze digitali dei professionisti della salute (mozione 22.3163). Come immagina la modalità attuativa concreta?Ci sono diversi decreti con i quali oggi il Consiglio federale regola la formazione e il perfezionamento dei professionisti della salute. Al loro interno, il Consiglio federale deve stabilire che anche le competenze digitali dovrebbero essere rafforzate. In fin dei conti, sono le persone all’interno del settore sanitario a fare la differenza. Queste persone dovrebbero conoscere gli strumenti digitali già durante la formazione e il perfezionamento professionale.Nel mercato del lavoro si registra una forte mancanza di personale sanitario e specialisti IT. Questo problema non sarebbe esacerbato da requisiti più elevati (incluse maggiori competenze digitali)?La carenza di personale non deve essere una scusa per posticipare la digitalizzazione, di cui c’è urgente bisogno. Al contrario: la digitalizzazione può contribuire ad alleggerire il carico di lavoro sul ridotto personale a disposizione e a impiegarlo in modo più efficace.I sistemi digitali hanno dei punti deboli e non esiste una sicurezza al cento per cento. Dobbiamo imparare a convivere con la possibile perdita e compromissione dei nostri dati?Anche oggi esiste la possibilità che, ad esempio, le cartelle dei pazienti vadano perse o subiscano incendi o danni causati dall’acqua. Tuttavia, una regolamentazione intelligente può garantire un elevato grado di sicurezza in ambiente digitale. Si inizia con un’autenticazione a più fattori nel processo di login, e si termina con una memorizzazione possibilmente decentralizzata dei dati.« Solo con la ‹security by design› è possibile creare fiducia e promuovere la svolta tecnologica. »
Autor: Philipp Senn - Responsabile Comunicazione
La lingua e la tecnologia dell’informazione sono due aspetti che mi hanno sempre affascinato e che da HIN posso conciliare. Come Responsabile comunicazione presso HIN e secondariamente referente per la HIN Academy, mi piacerebbe mostrare ai nostri lettore i molteplici aspetti della trasformazione digitale, migliorando la loro consapevolezza per le questioni correlate alla sicurezza informatica.